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5 motivi per cui sono una geek

Quando si parla di nerd e geek l’immagine che ci creiamo nelle nostre teste è una sola: uno sfigato. Eppure, analizzando l’etimologia della parola e il loro significato si scopre che sono due termini diversi, per cui il geek è una persona appassionata e informatissima su un certo argomento, in genere poco popolare tra le altre persone (esempio: Star Trek), mentre il nerd è generalmente una persona brillante, poco attraente e, nella maggior parte dei casi, asociale. Il secchione insomma. L’immagine qui sotto è illuminante perché un geek avrebbe risposto “with you”.

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Credit: 9gag.com

Pur avendo alcuni tratti riconducibili al nerd (introversa, a scuola ero una secchiona e porto anche gli occhiali), è più al geek che sento di essere affine, in quanto sono ossessionata da molte cose. Tralasciando la passione per molte cose inglesi di cui vi ho parlato nel primo articolo, le mie ossessioni si possono ricondurre a 5 argomenti, alcuni più tipicamente geek di altri. Eccoli!

Star Wars

Mi ricollego alla prima immagine perché, se io avessi assistito alla scena, avrei urlato WITH YOU a pieni polmoni. La mia ossessione più grande è quella verso Star Wars. Tutto è iniziato quando avevo 15 anni circa e, in un noioso pomeriggio estivo, decisi di guardare il primo film: Guerre Stellari, quello che a partire dai primi anni del 2000 si sarebbe chiamato Episodio IV, che, nella realtà è il primo film, in ordine di uscita, della saga. Quel giorno deve sicuramente essere successo qualcosa perché ho completato la trilogia originale in giornata e ho seguito con la seconda trilogia il giorno dopo. Ero stata fulminata dal capolavoro di George Lucas. Mi ero innamorata di tutti i personaggi e di tutti i pianeti che venivano raccontati sulla pellicola. La principessa Leila (o Leia se siete puristi della versione inglese), con la sua indipendenza e il suo sarcasmo è uno dei miei modelli femminili di riferimento e, da quando Disney ha comprato la Lucasfilm, è anche la mia principessa Disney preferita (Biancaneve, spostati). Una ragazza con le palle in un mondo di uomini, ottima anche per un vestito di carnevale.

Ho iniziato a collezionare oggetti riferiti alla saga, ho guardato tutti i documentari ad essa riferiti (consiglio vivamente I giocattoli della nostra infanzia su Netflix, che parla annche di Lego e Barbie) ed ero sempre tra i primi geek che si precipitavano al cinema a vedere i film successivi. Ricordo vivamente l’emozione gigantesca di vedere per la prima volta le parole “A long time ago, in a galaxy far far away” in azzurro sullo schermo, seguite dal prologo in giallo che scorreva sullo sfondo stellato. Avevo gli occhi lucidi e il mio ragazzo mi prendeva in giro, ma per una che vede sul grande schermo per la prima volta uno dei film della saga preferita è una cosa che difficilmente una persona può capire. E poi sono anch’io una che si commuove facilmente. Successivamente, però, ammetto che nonostante le emozioni, la trilogia di JJ Abrams mi ha un po’ delusa. Viva la trilogia originale!

Harry Potter

Tra le persone che hanno forgiato la mia persona, una di queste è certamente J. K. Rowling. A 7 anni diedi la mia prima festa di compleanno con le amichette delle elementari e, tra i vari regali, ricevetti un libro e una videocassetta, entrambe di Harry Potter e la Pietra Filosofale, che all’epoca era un regalo molto alla moda. Non scherzo se dico che divorai quel libro in una giornata. Pur essendo quello il mio primo libro “da grandi” (grosso, quasi senza immagini e scritto fitto fitto), quel libro venne concluso nel giro di una giornata, il sabato successivo. La cassetta venne guardata la domenica e tutte le domeniche successive, almeno fino a natale. Da lì, mi sono comprata nel più breve tempo possibile i successivi 3 libri e, successivamente, ho iniziato a far parte di quegli emarginati che aspettavano le uscite dei capitoli 5, 6 e 7 come se fosse la cosa più importante del mondo. E non parliamo dei film. Anche in questo caso, sono certa di essere tra i primi che sfidava le lunghe code per vedersi il film nel primo weekend di uscita. E quanta tristezza quando sono andata a vedere l’ultimo capitolo! Avevo assistito al termine della leggenda e sapevo che, anche se solo al cinema, la magia era finita. Per questo motivo sono contenta che siano usciti i film della serie “Animali fantastici e dove trovarli” perché, per quanto poco, hanno un collegamento con quella parte felice della mia infanzia e adolescenza legata a Harry Potter, all’andare al cinema con la mamma o con gli amici e alla consapevolezza che, per quanto il mondo di Hogwarts fosse solo fantasia, quello era il mondo in cui rifugiarmi sempre aprendo uno dei libri.

Per i Potterhead che se lo stanno chiedendo, la mia ambizione e la mia astuzia mi portano ad essere una Serpeverde. Ma una serpeverde buona, tranquilli!

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Credit: giphy.com

Wes Anderson

Questa è una cosa molto recente e nata quasi per caso. Vi capita mai di avere una strana voglia di andare al cinema, pur senza aver voglia di vedere nulla in particolare? A me è capitato una sera, quando avevo voglia di vedere qualcosa di diverso con mia sorella. Al multisala in cui andiamo di solito non c’era nulla di interessante, così abbiamo optato per il “meno peggio”: un certo Moonrise Kingdom. Sarà stata l’ambientazione un po’ anni Sessanta, la storia incredibilmente tenera, le palette di colori che si ripetono o le simmetrie che rendono i miei occhi e il mio senso di ordine e organizzazione felici, ma quello è stato uno dei film “casuali” più belli che abbia mai visto. Mi sono subito appassionata al regista e ho iniziato a guardare tutti i film che potevo. Ciò che mi piace di Wes è che ha uno stile inconfondibile. Al di là della fotografia, delle scelte narrative o di elementi cinematografici più tecnici, tu puoi vedere un frammento di una scena di un suo film e riconoscere Wes Anderson al 100%. Amo poi la simmetria delle inquadrature e la giustapposizione di colori, in quanto ogni scena si basa su una palette molto precisa. A questo proposito, poi vi invito a visitare il profilo instagram Accidentaly Wes Anderson, che è uno degli account che preferisco e che raccoglie immagini che potrebbero provenire da un film di Anderson.

Il mio film preferito in assoluto è Grand Budapest hotel, ma non sto qui a tediarvi con la recensione, magari per quella ci sarà spazio in un altro post.

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Credit: cineforum.it

Sherlock

Questa mania è l’unica che deriva da una serie tv. Una serie tv che, casualmente è stata la prima che io abbia mai vista su Netflix e che, al primo sguardo, aveva tutti i presupposti per piacermi: era inglese, prodotta dalla BBC, ambientata per la maggior parte del tempo a Londra, con Martin Freeman e Benedict Cumberbatch (sì, ci ho messo più tempo di quanto avrei voluto per digitare correttamente il cognome). Per quanto gli episodi della serie siano lunghissimi, anche in questo caso sono stati divorati, uno dietro l’altro. E’ una di quelle serie in cui capisci il motivo per il quale gli episodi sono pochi, ma ne vorresti sempre di più. Mi si è spezzato il cuore quando BBC ha cancellato l’idea di una stagione ulteriore, perché le stranezze di Sherlock, per quanto siano forse poco aderenti alla realtà, non mi avevano ancora stufata. Il mio personaggio preferito di tutta la serie è il dottor Watson, credo solo perché è interpretato da Martin Freeman, che è uno dei miei attori preferiti e che, secondo me, sa essere perfetto in qualsiasi ruolo gli venga dato. Watson è l’esatto contrario di Sherlock e, forse proprio per questo, la persona di cui non può fare a meno, in quanto lo tiene con i piedi per terra e lo affronta quando necessario. Mi piace perché è l’esatta metafora di quello di cui abbiamo tutti bisogno: un amico, un partner o un compagno che abbia sia delle caratteristiche da noi apprezzate con cui possiamo andare d’accordo, sia quelle differenze che provocano attriti e che sembrano distanti, ma che ci permettono di migliorarci, di crescere e di guardare le cose da un altro punto di vista. Infine, due parole veloci su Moriarty, che è il cattivo migliore di sempre.

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Credit: giphy.com

Beatles

In quest’ultimo punto mi allontano dall’ambiente cinema e serie tv per parlarvi di una mia mania musicale che forse è anche la più vecchia e la prima che riesco a ricordare: i 4 di Liverpool. E’ nata grazie a mio padre, che è un fan quasi quanto me e che mi faceva ascoltare le loro canzoni fin da piccolissima, quindi non esagero se dico che Paul, Ringo, George e John sono stati una sorta di babysitter in tutta la mia vita. Le loro canzoni sono quelle che portano il sole anche in una giornata particolarmente grigia, quelle che ti alleggeriscono il cuore e quelle che vorresti ascoltare quando cerchi il silenzio. I Beatles sono un altro tema di cui cerco oggetti in modo compulsivo: in camera ho un ritratto di Paul, due poster, svariate fotografie, magliette, cd, dvd, libri… tutto a tema Beatles, cosa che incrementa tantissimo il livello di inglesizzazione dei miei spazi. E’ una cosa a cui tengo moltissimo perché è una di quelle passioni che mi lega ai miei genitori ed è anche una delle mie firme, una delle cose che mi distinguono e mi caratterizzano tra gli amici. Inoltre, mi trasmettono un po’ di quel sentimento anni Sessanta di cui sono estremamente appassionata e un po’ di Londra, dal momento che sono stati la ragione che ha fatto nascere in me l’amore per tutto ciò che è british.

Vi saluto lasciandovi il link della mia canzone preferita dei Beatles e vi auguro una buona giornata.

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