Man mano che dicembre si avvicina, comincio ad essere sempre più elettrizzata. Il periodo dell’anno che amo di più è l’autunno, che, guarda caso, parte dal mio compleanno e arriva nel pieno delle feste natalizie, che mi permettono di continuare la magia per qualche settimana in più. In questi giorni, poi, si festeggia anche un’altra ricorrenza: il secondo anniversario della mia laurea triennale. Per questa “ricorrenza” e per il fatto che il prossimo mese avrò il piacere di partecipare alle lauree di un paio di amici, mi sono trovata a tirare un po’ le somme su quello che sono state le mie due lauree e le relative feste che le hanno accompagnate.
La prima cosa che mi viene in mente è ciò che mi dicevano tutti: la laurea triennale è solo un passaggio, non te la ricorderai nemmeno. Niente di più falso. Posso ora dire che per me la prima laurea è stata una cosa che mi ha segnato nel profondo. Innanzitutto era la prima tesi che scrivevo, quindi per la prima volta mi trovavo a fare una ricerca ed un’analisi sul campo vera e propria completamente da sola. Inoltre, a differenza di altri professori, la mia relatrice mi lasciava carta bianca e completa libertà. Il massimo era fermarmi o riportarmi sulla retta via se qualcosa non quadrava. Secondo, la discussione era la prima discussione di fronte ai miei parenti ed amici. Certo, nella mia università, per la laurea triennale, la vera discussione viene fatta a porte chiuse e il giorno della proclamazione c’è solo un “riepilogo” di fronte al pubblico, ma era la prima volta che dimostravo ai miei cari quanto avevo fatto in un percorso di formazione.
La seconda considerazione che mi sono trovata a fare è che la tua laurea è il primo ed unico giorno in cui si celebra il tuo raggiungimento più grande. Sicuramente qualcuno smentirà questa affermazione, ma per me non c’è nulla di più vero. Analizzando le grandi celebrazioni della vita, quelle con amici e parenti, troviamo vari riti cristiani (battesimo, comunione e cresima) che, ad essere sinceri, non sono raggiungimenti personali, ottenuti con le nostre forze e il nostro impegno. Poi, il matrimonio, non è una cosa singola, ma un raggiungimento a cui si arriva in due. Potrei continuare con altre mille cose, ma credo abbiate afferrato: la tua laurea è un giorno che spetta a te e a te soltanto. Un diritto che ti sei guadagnando completando uno dei percorsi più ardui della tua vita. O almeno così è stato per me, ma per questo ci sarà spazio in un altro post.
Un’altra cosa su cui mi sono trovata a riflettere è questa: la laurea magistrale è più importante di quella triennale. In questo caso sono sia a favore che a sfavore. A favore perché è giusto, in questa parte del percorso universitario, impegnarsi al 110% per avere una media alta e uscire con il miglior voto possibile. Inoltre, con la tesi magistrale, si dovrebbe trattare un argomento che si ama veramente e impegnarsi a scrivere su di esso per ottenere il miglior voto possibile. Nel mio caso è stato così: ho scritto una tesi sul rapporto della net generation e dei giovanissimi con gli store fisici nell’era dell’e-commerce. Una tesi ben accolta dal mio relatore e dalla commissione di laurea, che mi ha assegnato il punteggio massimo e che non si è risparmiata, durante la discussione, in domande che dimostravano il loro profondo interesse per l’argomento. La mia soddisfazione più grande. Infine, per quanto riguarda i festeggiamenti, effettivamente per la laurea magistrale ho allargato la manica in maniera maggiore, e mi sono concessa un’intera giornata con gli amici, a fronte del solo aperitivo della triennale. Nonostante ciò, tuttavia, alla discussione (questa volta VERA e propria, con professori intonacati e tutto), nel momento in cui sono entrata nell’aula, l’ansia è completamente svanita, mi sono rilassata e ho dato il meglio di me. Al contrario della prima volta che, nonostante fossi conscia della minore importanza del titolo, avevo la voce che tremava ed ero terrorizzata. Inoltre, trovo che, la laurea magistrale sia la più importante solo in quanto titolo finale: per coloro che si fermano dopo i tre anni, è quello il titolo più importante.
Tra le altre differenze, per me c’è stato poi il meteo, perché in triennale mi sono laureata a novembre, nella giornata più fredda di tutto il 2016, mentre in magistrale era l’11 settembre. giornata infelice, ma anche caldissima, il che è stato un problema per quanto riguardava il vestito: è molto più semplice, per me, trovare un bel vestito per i periodi freddi che per quelli caldi. Il problema di è risolto con una comodissima tuta d’effetto e un paio di scarpe nude, in netto contrasto con il vestito elegante e le décolleté nere della prima laurea.
Amo molto ricordare quelle giornate. Mi riempiono d’orgoglio per me stessa il che, visto che non sono una campionessa di autostima, è un vero miracolo. In più, la cosa che trovo sempre essenziale è festeggiare con i propri amici e la propria famiglia, che è sempre stata al mio fianco, assieme a quei pochi eletti che occuperanno sempre un posto speciale nel mio cuore.
Hai pienamente ragione. La laurea è un traguardo personale, non condiviso, che ti darà forza e prestigio per tutta la vita, e che devi solo a te stessa. Brava! Sono felice per te, per quello che hai fatto
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Grazie 🙂
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